“Mi hanno dato lo sfratto, ma non è colpa mia”: Giorgia Meloni ti salva, e paga tutto: 8 mila euro subito tutti per te

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“Mi hanno dato lo sfratto, ma non è colpa mia”: se dovesse succederti davvero, non ti preoccupare. Non sei da solo. Giorgia Meloni ti salva, e paga tutto al posto tuo. In arrivo, sul tuo conto, infatti, ben 8 mila euro: subito pronti, e tutti per te.
Nel 2025, in Italia, la procedura di sfratto per gli inquilini in affitto è regolata da normative specifiche che tutelano sia i diritti dei locatori che quelli degli inquilini.
Le principali tipologie di sfratto sono note. Esiste lo sfratto per morosità, ad esempio: avviene quando l’inquilino non paga il canone di affitto o le spese accessorie.
C’è lo sfratto per finita locazione: si verifica alla scadenza del contratto di locazione, se il proprietario decide di non rinnovarlo.
E poi c’è lo sfratto per necessità: il proprietario richiede l’immobile per uso personale o familiare, seguendo specifiche condizioni. Ma andiamo con ordine.
Procedura di sfratto: cosa devi sapere
La procedura di sfratto inizia con una diffida inviata all’inquilino, solitamente tramite raccomandata o PEC, in cui si richiede il pagamento delle somme dovute entro un termine stabilito. Se l’inquilino non adempie, il locatore può procedere con l’intimazione di sfratto, notificando un atto di citazione per la convalida dello sfratto davanti al giudice. L’udienza viene fissata generalmente entro 20-30 giorni.
Durante l’udienza, se l’inquilino non si presenta o non si oppone, il giudice può convalidare lo sfratto. In caso di opposizione, il giudice può concedere un termine per sanare la morosità (termine di grazia), solitamente non superiore a 90 giorni. Dopo la convalida dello sfratto, se l’inquilino non lascia volontariamente l’immobile, il locatore può richiedere l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario per l’esecuzione forzata. I tempi per completare l’intera procedura possono variare, ma generalmente si aggirano tra i 4 e i 6 mesi.

Morosità incolpevole e altri casi
La morosità incolpevole si riferisce a situazioni in cui l’inquilino non riesce a pagare l’affitto per cause indipendenti dalla sua volontà, come perdita del lavoro, malattia grave o riduzione del reddito. Per supportare questi inquilini, la Legge di Bilancio 2025 ha rifinanziato il Fondo per la morosità incolpevole, stanziando 30 milioni di euro per il biennio 2025-2026.
I contributi, fino a un massimo di 8.000 euro, possono essere utilizzati per sanare la morosità accumulata, versare un deposito cauzionale per un nuovo contratto di locazione e coprire le mensilità di un nuovo contratto a canone concordato. Per accedere al fondo, l’inquilino deve presentare domanda al Comune di residenza, allegando la documentazione che attesti la situazione di morosità incolpevole. È importante notare che le risorse del fondo sono limitate e possono coprire solo una parte delle richieste. Lo sfratto del resto è una procedura legale complessa che richiede il rispetto di tempi e modalità specifiche. È fondamentale per entrambe le parti, locatore e inquilino, essere informati sui propri diritti e doveri. In caso di difficoltà nel pagamento dell’affitto, è consigliabile rivolgersi tempestivamente ai servizi sociali del Comune o a un avvocato specializzato per valutare le possibili soluzioni e, se necessario, accedere ai fondi di sostegno disponibili.