Can Yaman ha svelato una verità per lui spiacevole. Di seguito si riportino le sue parole.
Ultimamente, l’attore turco lo si vede spesso in televisione. Difatti, è stato recentemente protagonista di un’intervista a Verissimo, accanto alla sua grande amica Francesca Chillemi, al fine di presentare la nuova fiction Viola Come il Mare, di cui sono interpreti, in onda da venerdì 30 settembre, su Canale 5, com’è ormai noto.
Inoltre, Can ha onorato della sua presenza il pubblico in studio, durante la prima puntata di Amici, rivelandosi molto emozionato, intento a consegnare la scatola contenente le maglie per l’assegnazione dei banchi. Comunque, un giro ‘promozionale’ della sua persona, in vista dell’imminente progetto per Mediaset, tanto che non ha rifiutato anche un’altra intervista in cui si è raccontato a cuore aperto.
Non è la prima volta che mostra il suo lato più personale agli occhi dei telespettatori. Difatti, nel 2020, durante una chiacchierata con Silvia Toffanin, ha fatto trasparire molteplici dettagli di sé, dall’infanzia all’età adulta, compresa la sua carriera.
E ancora una volta, ha parlato dell’aspetto più privato della sua vita che inerisce anche la propria personalità e la percezione che i fan hanno nei suoi riguardi. Inoltre, si è lasciato andare a una dichiarazione shock che ha scatenato non poche critiche, seppur a tratti bonarie o ironiche, da parte dell’opinione pubblica.
Can Yaman, recentemente, si è raccontato ai microfoni de Il Corriere della Sera, esordendo così: “se non fossi stato bello, avrei avuto ancora più successo“, proseguendo: “sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, fosse per me, l’avrei già dimenticato“. D’altronde, per approcciarsi a questo lavoro, in primis è fondamentale lo studio e il talento mentre la prestanza fisica nonché estetica costituisce un plus.
Infatti, saggiamente, così ha aggiunto: “se l’aspetto non è accompagnato da altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano. La bellezza da sola non basta“. A tal proposito, ha attribuito un ruolo molto importante alla ricerca e al lavoro su se stessi nonché alla preparazione accademica.
Per questo, si è sempre definito un ‘secchione’ fin dai banchi di scuola: “ho fatto il liceo scientifico in italiano. A scuola ero un secchione, per me era una via di scampo l’educazione, migliorarmi era una via di fuga“, concludendo così: “la mia media era 92,57 su cento, resta il record. Non mi hanno mai superato“.
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