E’ esplosa la primavera per cui le giornate iniziano ad allungarsi e si potranno così ammirare i propri fiori sul davanzale che sprigionano al contempo colori e profumi. Ma alcune specie floreali possono magari richiedere più attenzione: ecco perciò come curare al meglio le orchidee, secondo i consigli di Benedetta Rossi.
In vista delle belle giornate soleggiate, non c’è niente di meglio di una piacevole passeggiata, circondati da un prato fiorito. Sfumature cromatiche accese e brillanti nonché le prime margherite cangianti pronte a sbocciare. Si può proprio affermare sia un vero spettacolo della Natura.
Si comincia a dar vita anche ai propri balconi, per quanto dipenda dalle specie poiché alcune fioriscono in inverno. A tal proposito la mitica foodblogger Benedetta Rossi, da vera esperta, ci dà qualche consiglio in merito a come curare in modo impeccabile le orchidee, come particolare varietà floreale.
Le orchidee, ecco il geniale trucchetto di Benedetta Rossi
E’ sempre bello avere qualche piantina in casa poiché generalmente questa arricchisce e funge da ornamento per riempire e dare colore agli spazi. Naturalmente, sarebbe bene però rispettare e seguire le esigenze di ciascuna varietà, al fine di poter offrire una cura dedicata.
A questo proposito, come accudire al meglio le orchidee? Di seguito, ecco tutti i consigli forniti da Benedetta Rossi, in questo caso non come ‘regina dei fornelli’ bensì esperta nella coltivazione di piante e fiori. Un primo e semplice approccio anche per chi fosse alle prime armi.
Come curarle?
Innanzitutto, indipendentemente dalla varietà cromatiche del fiore, importanti sono le radici poiché devono essere forti, verdi e massicce. Così come anche le foglie, di un bel colore brillante e intenso, che si mostrino vigorose e tendenti verso l’alto. Una volta fornita qualche ‘dritta’ estetica, sarebbe bene riservare alla pianta un luogo accogliente e luminoso ma, nello stesso tempo, riparato dal sole diretto.
Si rammenti che l’orchidea è un tipo di varietà floreale (la più comune si chiama phalaenopsis) con “radici aeree” per cui non ha bisogno del terriccio classico, utilizzato genericamente per le piante bensì la corteccia d’albero sminuzzata oppure un tipo di muschio, definito ‘sfagno’. Ebbene! Due sono le questioni più ‘spinose’ da risolvere: quanta acqua serve? E soprattutto, i fiori possono sbocciare nuovamente?
Per quanto concerne la prima domanda, innaffiare solo quando sia strettamente necessario. In questo caso basti guardare le radici (si consiglia per chi fosse ancora inesperto un vaso trasparente così da facilitare meglio l’osservazione) e se risultano secche, ovvero spente e dai riflessi grigi o argentei, allora è bene dare l’acqua. Si consideri anche il peso del vaso poiché qualora risultasse leggero significa che essa è già stata tutta assorbita.
La fioritura in genere è lenta e prevista due volte l’anno, in autunno e in primavera. Gli splendidi fiori, naturalmente, possono nuovamente schiudersi su quel medesimo stelo se decidiamo di non tagliarlo oppure se si opta per questa soluzione, la pianta stessa, quando sarà il momento, farà germogliare un nuovo stelo e conseguentemente i boccioli.