Albano, come tutti, è rimasto visibilmente sconvolto dallo scoppio della guerra che ha coinvolto la Russia e l’Ucraina. Ha espresso il suo giudizio su questa immane tragedia e le conseguenze che ne deriveranno. Anche per lui.
Nella vita è davvero tutto tremendamente relativo. Fino a venti giorni fa immaginavamo che la pandemia di Covid – 19 fosse stata la peggiore disgrazia che avremmo potuto incontrare sulla nostra strada. Dopo poco più di due settimane il nostro orizzonte ed il nostro pensiero sono completamente cambiati, stravolti.
Le bombe che cadono a pioggia sulle città dell’Ucraina distruggono vite, speranze, città ed intaccano certezze che sembravano non potessero essere mai scalfite. In alcun modo. Tutti, in un modo o nell’altro, dobbiamo fare i conti con questa realtà. Albano Carrisi è tornato a parlare della guerra scoppiata tra Russia ed Ucraina. Che cosa ha detto?
Albano e la sofferta decisione dopo anni
Albano Carrisi ha parlato ai microfoni della trasmissione radiofonica della Rai, Un giorno da pecora, ricordando come non abbia mai nascosto di essere stato un grande estimatore del presidente russo, Vladimir Putin. Questo fino allo scoppio della guerra: “Non avrei mai immaginato un passo del genere da parte di Putin. Sono stato un suo grande ammiratore…Come si fa a non cambiare idea su Putin dopo quello che ha fatto?“.
Ora le cose sono radicalmente cambiate ed i cambiamenti riguarderanno anche la vita professionale del cantante di Cellino San Marco. Il cantante, nel 2022, avrebbe dovuto infatti esibirsi in Russia nel mese di ottobre. Mosca e San Pietroburgo erano le due città prescelte per i suoi spettacoli, ma adesso i concerti sono stati annullati: “Se me lo chiedessero ora direi di no, non si può cantare quando qualcuno viene ucciso“, ha spiegato il cantante pugliese. Una decisione dolorosa, ma inevitabile.
E quel sogno di cantare per la pace
Anche Albano Carrisi sta vivendo con profonda inquietudine questa follia chiamata guerra. Ed i suoi amici che lo chiamano dalla Russia gli raccontano di come quanto sta accadendo in Ucraina possa definirsi soltanto in un modo nella lingua italiana: “è un macello“. E dinanzi a questo macello il non voler cantare in terra russa è, per il cantante pugliese, davvero il minimo che si possa decidere di fare.
Durante la pandemia i vaccini sono stati la meravigliosa scoperta che ci ha permesso di diminuire l’impatto devastante del virus sulla popolazione. Purtroppo un vaccino per impedire che gli uomini facciano scoppiare le guerre non esiste e non esisterà mai. Ma rimane sempre la musica e quel sogno di Albano di cantare la pace tra Russia e Ucraina. Sperando che si realizzi presto.