“Neanche nella cassa da morto”. Il racconto struggente riguardante la morte di Stefano D’Orazio da parte di chi gli è stato accanto fino alla fine.
“Rinascerò, Rinascerai, quanto tutto sarà finito, torneremo a riveder le stelle”. Sono i versi iniziali della canzone Rinascerò, Rinascerai. Una canzone che era nata nella testa e nel cuore del tastierista e voce dei Pooh, Roby Facchinetti. Lui, bergamasco purosangue, che piangeva dietro i vetri della sua abitazione vedendo quell’interminabile fila di camion che trasportavano fuori città tanti suoi amici e concittadini portati via dal Covid – 19.
Stefano D’Orazio ha collaborato alla realizzazione di una canzone che, a distanza di poco più di una anno dalla sua prematura scomparsa, sembra rappresentare il suo testamento artistico ma anche una sorta di macabra premonizione. Non si offendano gli altri componenti del mitico gruppo italiano, ma Stefano era il più simpatico della comitiva.
Lui, romano, portava sempre il sorriso attaccato alla bocca e, da buon capitolino, era sempre pronto ad accogliere idee che potessero far del bene. Il 6 novembre 2020 il Covid – 19 ha portato via anche lui. Dopo un anno veniamo a conoscenza di un devastante retroscena. Quale?
A poco più di un anno rimane ancora vivo il ricordo del grande musicista ma, soprattutto, della persona Stefano D’Orazio. E dopo un anno si scoprono anche altre amare verità. A raccontarle nel salotto di Silvia Toffanin, a Verissimo, la persona che è stata più vicina all’artista. Per anni e fino alla fine.
Tiziana Giardoni, moglie di Stefano D’Orazio, ha raccontato gli ultimi giorni di suo marito. Le sue parole sono emozionanti e non possono non iniziare dall’amara constatazione che, nonostante sia passato un anno dalla morte di suo marito, lei stia ancora male.
Stefano D’Orazio aveva da due anni una malattia autoimmune infiammatoria, per la quale aveva trovato anche una cura. Stava meglio, ma le sue difese immunitarie si erano fatalmente abbassate. Ad ottobre 2020 il papà di Tiziana ha vinto la sua battaglia contro un tumore e Stefano ha voluto festeggiarlo insieme a tutta la famiglia di sua moglie. Un pranzo in famiglia ed è stato l’inizio della fine. Perché?
Dopo qualche giorno tutta la famiglia era positiva al Covid. “Ho finito di vivere, perché mi sono sentita in colpa“, racconta commossa Tiziana Giardoni. Dopo qualche giorno Stefano ha avuto un rialzo della temperatura fino a 40° e non voleva essere trasportato in ospedale.
Poi l’ambulanza è arrivata, l’ha portato in ospedale e da quel momento: “Né io, né nessun altro l’ha più rivisto. Non l’ho visto nemmeno nella cassa da morto“. Ma il dramma vissuto da Tiziana Giardoni non si era ancora concluso.
Dopo nemmeno tre settimane dalla morte di Stefano, anche il suo papà se ne è andato per sempre. L’amato papà che aveva sconfitto un tumore e che Stefano aveva voluto festeggiare.
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