La splendida Laura Pausini ha rivelato un aneddoto molto particolare su una sua canzone: il mistero è stato finalmente svelato!
Cantante di fama nazionale e internazionale, la bella e talentuosa Laura Pausini ha svelato un incredibile retroscena su una delle sue più famose canzoni! Vincintrice di un Golden Globe, poco tempo fa la mitica Laura è ricevuto anche una nomination all’Oscar! La canzone era Seen (Io sì) e anche se non ha ottenuto infine il premio tanto ambito, la cantante ha avuto la fantastica opportunità di potersi esibire sul palco durante la cerimonia di premiazione.
Artista a tutto tondo e madre della dolce Paola, Laura ha esordito nei primi anni Novanta partecipando al Festival di Sanremo con La solitudine, brano ancora oggi molto conosciuto e amato. Da allora non ha fatto altro che ottenere successi su successi, vendendo milioni di album non solo in Italia ma anche in America! Intervistata qualche tempo fa da L’Officiel, la cantante ha svelato un retroscena molto particolare che riguarda la canzone vincitrice di quel famoso Sanremo: ma Marco esiste davvero oppure no?
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La verità sulla famosa canzone di Laura Pausini
“Marco se n’è andato e non ritorna più“: iniziava così La solitudine, il brano con il quale Laura Pausini vinse quel famoso Sanremo del 1993. Da allora la sua carriera è decollata e la cantante ha fatto tantissima strada. Ma Marco esiste davvero? In un’intervista rilasciata per l’Officiel, Laura ha finalmente raccontato la verità. Che cosa ha svelato?
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A quanto pare il Marco de La solitudine era davvero il fidanzato di Laura Pausini ai tempi della scuola e i due sono in contatto ancora oggi! “Quel Marco lì, ancora oggi, quando ci sentiamo ridiamo, perché lui continua a dire che non è vero che mi ha cornificato” ha detto infatti la Pausini. “E io gli dico: ‘Se vuoi ti do anche il numero di telefono della persona‘”. Ha poi anche scherzato sull’orario del treno, che non era invece quello della canzone: “Marco è stato veramente il mio primo amore, il treno delle 7 e 30 era alle 7 e 28, però ovvio che non potevo dire: “Il treno delle sette e ventotto senza lui”.”
L.M.
