Per Santelli Editore esce La Nuova Hollywood un saggio di Vera Mancini che va ad analizzare trasversalmente la storia del cinema americano. L’abbiamo ascoltata ai nostri microfoni.
Che messaggio ha voluto lanciare con il libro “La Nuova Hollywood”?
La Nuova Hollywood vuole comunicare l’idea di un cinema consapevole delle proprie origini e nello stesso tempo pronto a cambiare insieme alla società; che racconta.
Da dove nasce l’idea di voler scrivere un volume di storia del cinema come questo, adatto sia ad appassionati che a nuovi del genere?
Penso che sia doveroso anche per chi si occupa di saggistica adottare un linguaggio semplice e piacevole, in fondo lo scopo è quello di far conoscere la materia ad un pubblico più vasto possibile.
Dopo aver pubblicato “La Nuova Hollywood”, si sente più scrittrice in questo momento o più docente?
In questo momento confesso con un pizzico di presunzione che mi piace pensarmi scrittrice…anche se sono sempre pronta a “tormentare” i miei alunni.
Nel suo libro viene presa come punto di partenza la generazione di registi che ha rivoluzionato lo stile cinematografico americano tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta del Novecento. C’è stato un motivo specifico che l’ha portata a selezionare quel frammento di storia del cinema rispetto ad altri periodi, magari anche caratterizzati da una maggiore sperimentazione stilistica?
Ho scelto questo periodo specifico perché; ha costituito un paradigma (non solo in America) di come la storia, l’economia e il cinema, in quanto Industria culturale siano entrate in sintonia e si siano reciprocamente stimolate verso un’ideale di cambiamento.