Abbiamo il piacere di intervistare Chiara Conti che per Santelli Editore ha scritto: Guida per maestre disperate ma del loro lavoro sempre più innamorate. Andiamo a leggere quello che ci ha raccontato.
Dopo anni di insegnamento, si ritiene soddisfatta del suo lavoro? Cosa avrebbe voluto fare meglio? C’è qualcosa di cui si pente?
Mi ritengo molto soddisfatta del mio lavoro. Ho sempre cercato di dare il meglio di me stessa. Non c’è niente di cui debba pentirmi, rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, senza cambiare niente.
Secondo lei tutti possono insegnare? O servono requisiti che non tutti possiedono?
No, non tutti possono insegnare. Serve un grande autocontrollo (contare sempre fino a dieci prima di avere una qualsiasi reazione), avere una pazienza infinita e soprattutto amare questo lavoro.
Il titolo del libro dice che comunque, pur disperate, le maestre sono innamorate del loro lavoro. Cosa l’ha fatta innamorare di questa professione? E soprattutto, cosa ha mantenuto vivo l’amore?
Della nostra professione è bellissimo seguire l’ evoluzione dei nostri alunni. Ormai sono tanti anni che con la mia collega seguiamo i bambini dalla prima alla quinta classe. Entrano a scuola ed in poco tempo imparano a leggere, a scrivere e a far di conto e questi risultati ti fanno capire che forse hai lavorato bene. La soddisfazione è impagabile e ti congratuli con te stessa. Il mio tempo non è stato sprecato.
Molti insegnanti odiano il proprio lavoro, giudicandolo come stressante e senza soddisfazioni. Cosa si sente di consigliare loro?
Io consiglierei a questi insegnanti di cambiare lavoro, perché ai bambini si trasmettono le nostre sensazioni e il nostro stato d’animo e sarebbe molto difficile conseguire gli obiettivi da raggiungere, quando devi fare le cose per forza.