Abbiamo intervistato il Professor Vincenzo Napolillo che per Santelli ha scritto Cosenza, storia e cultura. Ecco le sue parole.
Prof. Napolillo, il suo libro dedicato alla città di Cosenza è l’ultimo di una serie di opere che hanno raccontato il territorio calabrese, dal punto di vista storico e non solo. Da quando ha iniziato a sviluppare questo progetto?
I miei libri dedicati a Cosenza fanno parte di un progetto culturale e di studi rigorosi inerenti alla mia attività di scrittore e di docente. Sono approfondimenti che rispondono al desiderio di offrire al pubblico giovane e meno giovane degli strumenti pratici e aggiornati di conoscenza, di consultazione e di sicura documentazione. Il mio recente libro è “Cosenza, storia e cultura” (Editore Santelli), cui seguirà entro novembre la pubblicazione della seconda parte: “Cosenza e i suoi tesori d’arte”, presso l’Editore Santelli. Non è la prima volta che mi occupo di Cosenza, capitale dei Brettii o Bruzi. Compulsando le fonti di Strabone, Appiano Alessandrino, Plinio, Livio e tanti altri, ho parlato approfonditamente delle origini cosentine – che risalgono al 356 a. C. – , delle sue lunghe vicende nel volume: “Cosenza da luogo fatale a città d’arte” (2006) e nei libri: “Storia e fede a Cosenza. La Madonna del Pilerio” (2002); “Alarico re dei Visigoti. Storia e tragedia” (2017); “Le famiglie nobili di Cosenza” (2018). Il mio discorso storiografico non è generico ma vivo, interessante, compiuto con scrupoloso impegno critico.
Da centro urbano indicato dalle fonti come la capitale della Confederazione dei Bruzi, Cosenza è oggi una realtà urbana varia, un luogo da scoprire per chi non lo abita, ma forse anche da chi ogni giorno lo vive distrattamente. A quale zona di Cosenza lei è più legato e che farebbe conoscere subito a una persona in visita per la prima volta nella città?
Cosenza sorse alle pendici del colle Pancrazio. A monte della confluenza del fiume Busento nel Crati c’è la città antica; a valle si trova separata quella nuova, che si prolunga verso Nord. Apprezzo e consiglio di visitare il Centro storico con il Castello normanno-svevo, la Cattedrale, i Palazzi signorili, l’Arcivescovado, il Museo Diocesano, la Biblioteca nazionale, l’Archivio di Stato, il Teatro Rendano, l’Accademia Cosentina, la Biblioteca Civica, il Liceo Classico, la Chiesa con il convento di San Francesco d’Assisi e altri splendidi luoghi di culto, la Galleria nazionale di Palazzo Arnone, il Museo dei Brettii e degli Enotri. Nella parte nuova, prediligo il Museo all’aperto Bilotti (MaB) con i monumenti di alcuni artisti del Novecento fra i più famosi nel mondo, e il Ponte strallato di Calatrava.
Intervista a cura di Maria Grazia Gentile