WhatsApp è stata al centro di un vero dramma con un’ondata di omicidi legati proprio a causa dell’applicazione anche se in maniera indiretta.
Sicuramente l’applicazione con la nuvoletta verde è una delle più utilizzate in tutto il mondo e come tanti altri social network rappresenta un rischio non indifferente per chi la utilizza. Questo si può vedere abbastanza chiaramente anche da fatti di cronaca che hanno lasciato senza parole e che hanno portato a morti reali. Ovviamente non è colpa degli sviluppatori, ma di chi ha utilizzato nella maniera sbagliata la tecnologia.
Tra i tanti fatti ricorderete la terribile vicenda legata a Blue Whale un argomento su cui si soffermarono a lungo i colleghi de Le Iene Show. Si trattava di una sfida che andava a puntare soprattutto i bambini e portarli a compiere delle sfide fino ad arrivare al suicidio. Storie terribili e inspiegabili che fanno capire come uno smartphone possa essere strumento di morte e in alcuni casi portare a veri e propri omicidi di massa.
WhatsApp, quando si trasforma in strumento di morte
Nel luglio del 2018 WhatsApp è finito al centro di un vero e proprio caso che ha scosso i media di tutto il mondo. L’app aveva invitato i suoi utenti a segnalare messaggi fraudolenti o violenti dopo che erano arrivati dei momenti veramente di terrore in India. C’era stata infatti un’ondata di omicidi dopo che erano circolate foto di persone accusate, ingiustamente, di voler rapire dei bambini e a quel punto dunque di trovarsi di fronte a delle situazioni impossibili da accettare.
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Questo episodio ci ha fatto capire come le notizie false fossero veicolo anche di morte e di omicidi reali. E’ la storia di Mathew Ingram come è stato raccontato da Columbia Journalism Review. Il problema in quel caso fu che invece di intervenire con la giustizia, come accadrebbe forse in Italia, si è intervenuti con un linciaggio che ha portato alla morte di quelli che erano degli innocenti per un terribile e insensato spargimento di sangue. Questo sia di monito anche per chi ancora oggi continua a mandare in giro inutili catene.