Gabriele Corsi ha svelato un retroscena del passato che non tutti conoscono: scopriamo cosa ha voluto raccontare della sua adolescenza e di quell’espulsione che fu determinante.
Lo speaker e conduttore televisivo Gabriele Corsi commenterà questa sera in prima serata su Rai 1 la finale dell’Eurovision song contest 2021. A rappresentare l’Italia ci sono i mitici Maneskin, vincitori dell’ultima edizione del festival di Sanremo con Zitti e buoni. Corsi non sarà solo, ma sarà affiancato dal mitico Cristiano Malgioglio: insieme commenteranno l’evento, che si svolgerà nella bellissima Rotterdam, nei Paesi Bassi.
Gabriele Corsi è uno showman dal grande talento: non è soltanto speaker radiofonico e conduttore televisivo ma è anche un bravissimo attore. Ha recitato sia per il cinema che per la televisione, debuttando nella famosa serie Il maresciallo Rocca. L’abbiamo poi visto alla conduzione de Le Iene e di Deal with it – Stai al gioco. Scopriamo qualcosa sul suo passato: Corsi ha raccontato un aneddoto molto particolare di quando aveva solo 18 anni. Da dove fu espulso?
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Gabriele Corsi e il racconto del passato: “Occupammo un’aula”
Intervistato per Vanity Fair, il conduttore Gabriele Corsi ha ripercorso le tappe della sua carriera e della sua vita, raccontando un aneddoto molto particolare. Da ragazzo ha studiato per un periodo all’Accademia Silvio D’Amico ma qualcosa però, non andò per il verso giusto. Corsi racconta infatti che fu espulso per insubordinazione, o meglio poichè era “inadatto alla struttura accedemica“. “Non sarei potuto essere più d’accordo” aggiunge poi.
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“Avevo 18 anni” racconta Gabriele, “era appena scoppiata la guerra in Iraq e con un gruppo di compagni decidemmo di occupare simbolicamente un‘aula dell’università“. Il vero problema però, secondo quando racconta, era uno dei professori dell’Accademia, con il quale c’era forte incompatibilità. “Sono sempre stato molto pacato nei modi” ha confessato, “ma con lui avevo il brocco, come si dice nel Nord Europa.” Dopo aver avuto una litigata “epica” con il professore in questione, Gabriele capì che ormai la sua carriera accademica era segnata per sempre. Ci tiene a precisare però, che per lui quell’episodio fu in realtà l’inizio di tutto: “É stato una fortuna” conclude infatti, “perchè da lì incominciai la vera gavetta.”
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L.M.