Cesare Bocci, il particolare ricordo dell’infanzia: “Eravamo 450”

L’affascinante attore Cesare Bocci ha raccontato qualche particolare aneddoto legato alla sua infanzia: ecco che cosa faceva da bambino insieme ai genitori.

cesare bocci infanzia
Cesare Bocci e la sua infanzia (Getty images)

Cesare Bocci, da molti conosciuto come Mimì, torna questa sera in tv: Rai 1 trasmetterà la replica de Il commissario Montalbano – Un diario del ’43. Nel cast l’immancabile Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta e Sonia Bergamasco. La puntata di stasera è tratta dalla raccolta Un mese con Mantalbano, pubblicata anni fa dallo scrittore Andrea Camilleri. Inoltre, questo è l’ultimo episodio diretto dal regista Alberto Sironi, che si è spento purtroppo nel 2019.

Nel cast ovviamente non può mancare il bravissimo Cesare Bocci. L’attore, intervistato per Tv Sorrisi e Canzoni, ha svelato qualche retroscena della sua vita privata. In particolar modo ha parlato della sua infanzia e di quello che faceva insieme ai genitori quando era ancora un ragazzino. Scopriamo insieme cosa ha raccontato.

LEGGI ANCHE >>> “La fine di un’epoca”, il triste racconto dell’attore

Cesare Bocci sulla sua infanzia: “Quella vita mi ha dato la cultura del lavoro”

cesare bocci infanzia
Cesare Bocci (Getty images)

Oggi è un famoso attore di cinema e di tv e un personaggio dello spettacolo ammirato da tutti, ma nel suo passato Cesare Bocci ha fatto tantissima strada. L‘attore è nato infatti in un piccolissimo paese di provincia, Camporotondo di Fiastrone, vicino Macerata e ha raccontato che in quel paesino ci vivevano circa 450 abitanti. Una realtà sicuramente molto diversa dalle grandi città a cui adesso è abituato. Ricordando la sua infazia, Cesare ha raccontato di alcuni momenti molto particolari vissuti in paese insieme ai suoi genitori.

LEGGI ANCHE >>> il toccante ricordo del padre: “Sei bravo, ma…”

Il padre era un veterinario, dice, e vicino a casa avevano un podere e un allenamento di vitelli a cui lui si dedicava con i genitori. La madre invece era la maestra elementare del piccolo paesino. “Quella vita“, dice Cesare, riferendosi al lavoro in campagna, “mi ha dato la cultura del lavoro come un dovere e come piacere“. Aggiunge infatti che tutti in paese si davano una mano, “dal bambino al nonno“. Un ricordo particolare lo porta ancora nel cuore: quando aveva 5 anni la sua casa venne danneggiata da una frana e la sua famiglia si trasferì nell’appartamento sopra alla scuola. “Quando avevo la febbre sentivo le lezioni nella classe sotto alla mia stanza“.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cesare Bocci (@cesarebocci)

L.M.

Gestione cookie