“Da Angelo Sanzio al Ken Italiano” esce per Santelli Editore, abbiamo avuto la possibilità di intervistare l’autore. Ecco le sue parole ai nostri microfoni.
Nelle prime pagine del suo libro, quelle legate all’infanzia, lei afferma «La mia bocca taceva ma il mio corpo parlava» (p.15). Proviamo a tornare a quei momenti: se avesse parlato la sua bocca, oltre al suo corpo, cosa avrebbe detto?
Sicuramente avrei parlato della mia omosessualità in famiglia e con molta probabilità l’avrei vissuta in modo diverso, mentre, portandomi questo fardello nell’anima senza condividerlo con le persone che più mi volevano bene è come se mi fossi complicato la vita perché gli attacchi che ricevevo dall’esterno li dovevo vivere in prima persona ed a senso unico. Se avessi accettato il sostegno dei miei genitori, aprendo loro il mio cuore senza imbarazzo, sarebbe stato sicuramente diverso.
Instagram è il social network maggiormente utilizzato dai personaggi pubblici: ha avuto, attraverso questo social, un riscontro del suo libro da parte di personaggi dello spettacolo, suoi conoscenti o estimatori?
Assolutamente, da Alessandro Cecchi Paone a Vladimir Luxuria e tanti altri. Ogni giorno ricevo messaggi di approvazione da parte di alcuni followers che neppure conoscevo prima d’oggi. È bello sapere che la propria vita, racchiusa in un libro, possa far compagnia a qualcuno mentre è in viaggio e magari in un suo momento di assoluto relax. È davvero una piccola magia.
Nel libro si sofferma su un atto di bullismo che ha subito in tenera età: ripercorrere quelle sofferenze mentalmente, che emozioni e paure le genera? Se quel bullo (Simone n.d.r.) dovesse chiamarlo per complimentarsi dell’uscita del suo libro, cosa gli direbbe?
Forse non ci crederete, ma è accaduto davvero: durante la mia permanenza nella casa del grande fratello venne mandato in onda un mio confessionale dove mi raccontavo tanto e si vedeva che fossi palesemente provato nel rivivere alcuni episodi passati che non sono stati così piacevoli ; Simone si rivide in quelle mie parole, capì che il ragazzo di cui parlai fosse proprio lui…e dopo qualche mese dalla fine del reality mi venne a cercare e mi disse: ero troppo giovane e pazzo in quel periodo…ti chiedo perdono per il male che ti ho fatto e l’ho capito soltanto quando mandarono in onda quel tuo confessionale.
Il tema dell’amicizia assume, nel corso del libro, dei contorni sempre più definiti: nelle pagine finali lei affermava di non avere amici ma solo buoni conoscenti. A qualche mese di distanza dalla stampa ha cambiato idea a riguardo?
Amate… è voce del verbo morire alle volte… l’amico è colui che ha il tuo stesso cuore, i tuoi stessi occhi e nutre per te gli stessi sentimenti ad oggi non conosco nessuno che abbia dato all’amicizia lo stesso spessore che ho dato io. Certamente, tra questi che definisco “buoni conoscenti” ce ne sono alcuni che fanno parte del mio cuore ed in esso hanno un posto speciale anche se ogni tanto…bisogna raddrizzare il tiro e ricominciare da dove eravamo rimasti. Anche le incomprensioni aiutano a rafforzare i rapporti interpersonali.
Intervista a cura di Caterina Alba Minico