Dado è uno dei comici italiani più amati, abbiamo avuto il piacere di averlo con noi nella rubrica “Quattro chiacchiere con…”. Ecco le sue parole.
Così inizia l’intervista: “Sono sempre stato per la satira. Ho avuto una predilezione per le canzoni con dei contenuti. Io amo molto i cantautori che nascono in un periodo di protesta, quindi le loro composizioni avevano un impatto sociale molto importante, avevano dei significati. Questo mi ha segnato dal momento in cui poi ho iniziato a fare il comico. Quando scrivo sono molto affascinato dai temi sociali. I miei modelli sono Giorgio Gaber, Guccini, De Andrè che trattavano di minoranze e parlavano di grandi temi della vita meno pop di altri“.
Si parla anche della sua carriera e del programma trend topic del momento: “Il comico non deve cambiare il mondo, ma aiutare gli altri a sopportarlo. Il mio mestiere è questo. Dal momento che aiuto gli altri sono il primo che si imbarcamena nella sopportazione. Ben venga qualsiasi esperienza se devo andare a Lol o mettermi il naso finto per far ridere va bene. Non si deve essere con la puzza sotto al naso. Il programma mi è piaciuto molto Lol perché è un format nuovo. Non è niente meno che il gioco del silenzio, quello che si faceva da bambini. È molto semplice e questo aiuta l’analfabeta funzionale, in Italia siamo il 47%, a guardarlo senza farsi troppe domande. Il format è la vittoria della comunicazione”.
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Canta la Notizia su Youtube è diventato un momento di riflessione con la solita ironia di Dado, si parla del brano “Mafia mia” e lui sottolinea: “Il funerale dei Casamonica? Hanno ragionato per “tag” pensando al comico e al funerale pensando di essere presi in giro. In realtà la canzone non era riferita al defunto, ma all’assenza dello Stato, uno Stato abbastanza fantoccio per la legalità. Il funerale aveva fatto il giro del mondo. Se un funerale diventa una notizia, la gestione più che quanto accaduto. Allora è giusto parlarne. L’ho fatto e qualcuno si è arrabbiato”.
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Si parla poi anche del Dado uomo, quello che è un papà simpatico e amatissimo dai suoi figli: “La mia vita da padre è una vita da sconfitto (ride ndr). Non ho quell’autorità necessaria e quel fascino che può portare a far zittire i figli se arriva il papà. Non l’ho mai vissuto e mi rammarica parecchio. Non sono credibile tanto che i miei figli dicono “vabbè l’ha detto papà”. Io sono il caz**ro di casa. Mi manca, ma è la conseguenza delle scelte che ho fatto e me la prendo volentieri”.
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