Antonio Folletto si racconta in una lunga intervista a Repubblica: l’attore svela un retroscena sulla sua infanzia e su come si sia appassionato al cinema.
Antonio Folletto, giovanissimo e di grande talento: è fra gli attori più bravi ed apprezzati della sua generazione. Nel giro di pochi anni, infatti, ha letteralmente conquistato il pubblico facendo parte di fiction e serie tv dal successo internazionale! Lo stesso attore si è detto stupito della fama che ha raggiunto in così poco tempo.
Questa sera, sabato 10 aprile, Folletto sarà in tv nella miniserie targata Rai 1 Sotto copertura, al fianco di Claudio Gioè. Nonostante la giovane età, questa è solo una delle tante opere a cui ha preso parte. In un’intervista rilasciata a Repubblica ha spiegato come nasce la passione per il mondo del cinema. Scopriamo cosa ha detto!
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Il curioso retroscena di Antonio Folletto
Ai più sarà conosciuto per aver interpretato il ruolo del Principe nella seconda stagione di Gomorra: quel ruolo ha dato ad Antonio Folletto una notorietà senza precedenti. Il suo personaggio, infatti, è stato fra i più apprezzati di tutta la serie televisiva. La passione per il mondo della recitazione nasce da molto lontano. Stando a quanto racconta, infatti, Antonio sin da bambino avrebbe avuto un certo feeling con questo mondo.
“Con mio nonno Ciro da bambino guardavamo tanti film insieme, allora ho scoperto “Il sorpasso”, “La grande guerra”, i film di Totò“. Inizia così il racconto di Antonio che spiega come sia stato merito del nonno se ha scoperto questi grandi capolavori del cinema. “A dieci anni imitavo Totò, appunto: ma mi piaceva tanto anche Aldo Fabrizi“, spiega l’attore dimostrando una grande passione per l’arte della recitazione.
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“A scuola imitavo i professori, i miei amici. Poi ho fatto le selezioni per l’Accademia Silvio D’Amico. Bella e faticosa“, sottolinea Folletto che, sin da subito, ha avuto le idee ben chiare su quale sarebbe stato il suo futuro. “Al provino portai il monologo di Edmund, il bastardo del Re Lear di Shakespeare“, aggiunge poi l’attore. “Avrò provato l’incipit almeno settanta volte“, a dimostrazione della grandissima professionalità di Folletto.
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e.f.