Davide Marra è protagonista su Twitch con il Cerbero Podcast insieme a Tutubbi e Mr Flame. Lo abbiamo intervistato in esclusiva, ecco le sue parole.
Streamer e appassionato di cinema ha dimostrato di avere grandissimo talento nella trasmissione che ha fatto letteralmente esplodere le “frequenze” prima di Youtube e poi di Twitch. Si parte dai Boscar, evento che ha regalato grandi emozioni: “È stata la consacrazione dell’anno e di tutto il lavoro che abbiamo fatto. È stata la cosa più complessa che abbiamo fatto e nonostante l’immane lavoro che avevamo davanti le cose sono andate molto bene e c’è stata una felicità condivisa con tutti“.
Si parla del lavoro degli streamer durante il periodo del Coronavirus: “Il lavoro lo puoi fare da casa e c’è più pubblico con i giovani che sono rimasti a casa e si sono approcciati anche a dei nuovi social come Twitch. È dunque arrivata molta utenza, per il nostro settore è stato un lavoro proficuo, ma anche noi abbiamo subito l’impatto psicologico come gran parte del mondo”.
Davide Marra, intervista esclusiva
Davide Marra ci racconta il suo percorso da streamer partendo da Youtube per arrivare a Twitch col Cerbero Podcast: “Io ho conosciuto Mr Flame e Tutubbi tramite il gruppo Facebook di DelliMellow. Io facevo il personal trainer, l’ho fatto per dieci anni, e mi dilettavo in video orripilanti in cui parlavo di cinema. Lo facevo per passione. Con Gianluca all’inizio ci attaccavamo pure, con Simone abbiamo stretto subito un interesse reciproco. In occasione di un Romics abbiamo deciso di vederci per conoscerci. Da lì siamo diventati amici col tempo”.
Marra aggiunge: “Il linguaggio creato dal Cerbero è il corrispettivo di quello che si crea quando si è tra amici. Quando si è in gruppo si creano dei tormentoni compresi solo da quel gruppo. Un po’ ci si influenza a vicenda e questa cosa è stata riportata su Twitch perché siamo sinceri e spontanei”. Si parla del futuro degli streamer: “La critica sul fatto che il lavoro da streamer sia solo per i ragazzi è una classica critica da boomer. Chi non si rende conto che il web è economia, lavoro, politica. Il futuro del web? È lo stesso di qualsiasi altro lavoro. Se fai l’impiegato avrai la certezza di farlo ancora? No, non c’è”.
Grande esperto di cinema e appassionato gli abbiamo chiesto anche cosa non va nel nostro paese per la settima arte: “In Francia andare in sala è una cosa cool, bella. Qui invece si rimane a casa a vedere Netflix, poi magari si fanno i grupponi per andare a vedere i film della Marvel che va anche bene ma vedo poca passione se non nelle nicchie. Le colpe in parte sono anche delle accademie che dovrebbero formare registi, sceneggiatori e critici ma soprattutto all’impianto produttivo”.