Can Yaman è un personaggio amatissimo dal pubblico italiano. È riuscito ad esplodere grazie al successo incredibile ottenuto da Daydreamer le ali del sogno.
Bellissimo, giovane e talentuoso l’attore ha dimostrato di saper stare nello spettacolo italiano, conquistando tutti. Lo abbiamo visto per la prima volta nella soap opera turca, ma poi è riuscito anche a prendersi il palcoscenico della tv grazie a Che Dio ci aiuti 6 dove è stato guest star.
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Si è parlato per lui anche di un impegno continuativo nella settima stagione della serie con Elena Sofia Ricci. Di lui si è parlato anche sulle pagine dei rotocalchi rosa, visto che si è fidanzato con la giornalista sportiva Diletta Leotta. Andiamo a leggere però una cosa del suo passato che nessuno si aspettava.
Can Yaman, nessuno sapeva una cosa
Che Can Yaman fosse un personaggio straordinario lo sapevamo già, ma come tutti i nuovi talenti stiamo scoprendo giorno dopo giorno cose su di lui. L’ultima ci arriva se andiamo a leggere da vicino la sua biografia. In pochi infatti si potevano immaginare quello che è riuscito a fare parallelamente alla stressante carriera da attore.
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Can ha sempre dimostrato di avere grande voglia di studiare. A Istanbul, in Turchia, ha frequentato il liceo italiano dimostrando di essere tra i più bravi. Nel 2012, ad appena 23 anni, si è laureato al Dipartimento di giurisprudenza della Yeditepe, un’Università del suo paese. Subito dopo questa esperienza l’oggi attore è riuscito a lavorare come praticante pubblico ministero alla PricewaterhouseCoopers. A 24 anni scrive articoli per il quotidiano Dunya, nella sezione fiscale.
La svolta
Dopo sei mesi in cui si era inquadrato bene nel mondo del lavoro, Can Yaman ha deciso di cambiare repentinamente la sua vita. È così riuscito ad ottenere un altro grande successo in grado di porlo all’attenzione del pubblico. Ragazzo dalla straordinaria genuinità nasconde dunque un cervello di quelli importanti oltre alla bellezza che è sotto gli occhi di tutti. E chissà che chi non lo sapeva ora si ricrederà sul vederlo solo ed esclusivamente come un belloccio magari senza cervello. Perché lui ce l’ha e nemmeno poco.