Covid, cambi colore: quali regioni a rischio zona rossa

Procede il sistema della suddivisione dell’Italia in fasce a causa del Covid: alcune regioni potrebbero subire nuovi cambi di colore, scopriamo quali.

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Covid i possibili cambi di colore delle regioni più a rischio (Pixabay)

Da moltissimi mesi, ormai, l’Italia è divisa in zone: bianche, gialle, arancioni e rosse. A seconda del numero di positivi in ogni singola regione, si stanno adottando misure specifiche per contrastare il virus. Questo sistema permette interventi mirati sul territorio e differenziati su base regionale.

I dati su cui il Ministero della Salute decide in che zona viene collocata una regione, sono su base settimanale. I criteri per diventare zona gialla o bianca (come la Sardegna fino ad un paio di giorni fa) sono molto severi, ma servono per prevenire la saturazione dei posti letto ospedalieri.

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Covid, possibili cambi di colore per le regioni

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Covid: le regioni che rischiano cambi di colore in zona rossa (Pixabay)

Le regioni attualmente in zona rossa sono: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Campania. Da lunedì 29 marzo anche la Toscana potrebbe entrar a far parte di questo elenco.

L’incidenza in Toscana, infatti, viaggia sui 250 casi settimanali per 100mila abitanti, a ridosso della soglia che porta nello scenario con il maggior numero possibile di restrizioni. Sarà necessario verificare l’andamento dei prossimi giorni prima che possa essere ufficialmente sancita la zona rossa.

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Tuttavia si sta monitorando con estrema attenzione anche la situazione di Valle d’Aosta e Calabria. L’unica eccezione è il Lazio che dopo due settimane in lockdown potrebbe scalare in zona arancione, grazie al basso numero di nuovi contagiati.

La Valle D’Aosta ad oggi ha 250 nuovi positivi ogni 100mila abitanti, ed è pertanto al di sopra la soglia che segna l’ingresso nella zona rossa. In Calabria l’indice di contagio sfiora quello limite previsto per non passare in zona rossa. In questa regione, però, a preoccupare è il dato sui vaccini: la Calabria ha somministrato solo il 71% delle dosi a disposizione.

 

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e.f.

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