Esce Taliani! Marinai, avventurieri ed esploratori italiani nell’opera di Emilio Salgari per Santelli Editore. Abbiamo parlato con il suo autore Fabio Negro.
In Esclusiva ad AltraNotizia ha parlato l’autore del libro, raccontandoci la sua nascita e l’evoluzione.
Da dove nasce il suo libro?
L’idea di questo saggio è stata quella di raccogliere le identità dei personaggi italiani raccontati da Emilio Salgari – il cui nome è giocoforza legato a luoghi e situazioni esotiche -, in una sorta di “albo d’oro” per poi indagarne le biografie e riferire, se possibile, qualche corrispondenza con la realtà. Nulla è per caso, nell’opera salgariana, e quindi anche dietro nomi apparentemente scaturiti dalla sua fantasia, ho ritenuto che vi potesse essere qualcosa che meritava di essere raccontato. In mezzo ai dettagli romanzati, qualche scampolo di realtà è saltato fuori, portandomi a risultati sorprendenti, o a individuare nuovi alter-ego dell’Autore
A chi è indirizzato?
In primo luogo agli appassionati di Emilio Salgari. Pur essendo un testo di ricerca “avanzata”, ho cercato di non dare mai niente di scontato, ma di contestualizzare ogni capitolo in modo da risultare sufficientemente comprensibile anche chi non conosce l’autore in maniera approfondita. Ma come ogni saggio, è destinato a tutti coloro che hanno fame di conoscenza. Penso possa essere gradito anche da tutti gli amanti di letteratura in generale, di critica letteraria, di storia e storia delle esplorazioni.
Taliani! Fabio Negro: le sue parole
Qual è il messaggio che ha voluto lanciare e perché?
Ho voluto ribadire, ancora una volta se necessario, quanto fosse preciso e meticoloso Emilio Salgari nel comporre le sue opere. E’ vero che la trama è frutto della sua fantasia, ma la contestualizzazione storica, geografica, sociale è saldamente costruita su basi solide. Niente è lasciato al caso, e ogni notizia riportata da Salgari è assolutamente verificabile consultando quelle che furono le sue fonti. Infatti è noto le ore che l’autore passava nelle biblioteche a trascrivere informazioni che poi metabolizzava e ricomponeva con grande maestria per costruire il palcoscenico e la scenografia delle sue storie. Se è vero che per scrivere bene bisogna leggere tanto, Salgari fu certo un grande scrittore!
Quanto c’è di lei dentro l’opera?
Beh, in qualità di ricercatore, ho dovuto in un certo senso prendere le distanze da quello che scrivevo. Ragione e Passione spesso collidono, ma credo che un bravo scrittore debba evitare di trascriverne gli esiti. Posso dire che idealmente mi sento un po’ come un personaggio salgariano: senz’altra vocazione marittima, ho frequentato l’Istituto Nautico, ho navigato, poi ho iniziato a viaggiare verso quelle destinazioni che avevo sognato da ragazzo. India, Borneo, Sahara, Africa. E l’ho fatto con il piglio avventuroso e un po’ goliardico che avrebbe, fra gli altri, Yanez de Gomera.