Covid, lo studio su chi ha contratto il virus: possibilità di riammalarsi e vaccino, i dettagli

Uno studio condotto in Danimarca su coloro che hanno contratto il Covid mira a rispondere ad alcuni dubbi: possibilità di riammalarsi e vaccino, i dettagli

Possibilità di riammalarsi e vaccino: lo studio in Danimarca su chi ha contratto il Covid, i dettagli (fonte pixabey)

In Danimarca, uno studio su coloro che hanno contratto il Covid mira a rispondere ad alcuni interrogativi ancora oggi rimasti in sospeso: possibilità di riammalarsi e vaccino, i dettagli. Si tratta di un’analisi “statistica” che si è focalizzata sulle reinfezioni sorte nell’arco del 2020 in coloro che erano già risultati positivi al virus. I risultati, pubblicati su “The Lancet”, sono sicuramente di rilevanza e contribuiscono a comprendere come muoversi dal punto di vista vaccinale. Andiamo dunque a vedere nel dettaglio cosa è emerso.

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Covid, lo studio: possibilità di riammalarsi e vaccino

A riportare lo studio è Adnkronos che riporta anche i risultati. Secondo quanto è emerso, sembrerebbe che il rischio di riammalarsi sia raro, ma che la possibilità sia più in coloro che hanno più di 65 anni. Pare inoltre che chi ha contratto il Covid abbia una sorta di “immunità” che si mantiene “stabile” per un arco di circa sei mesi. “Non ci sono evidenze che indichino che la protezione cali entri i 6 mesi dall’infezione” ha spiegato uno dei ricercatori. Si precisa, poi, che per comprendere in modo specifico quanto duri effettivamente la “copertura” occorre un monitoraggio in un lungo arco di tempo. Il fatto che gli over 65 siano più a rischio di riammalarsi è comunque indicatore del fatto che sia importante la vaccinazione. Punto che, ovviamente, riguarda tutti coloro che si sono ammalati. “Non si può fare affidamento sulla protezione naturale” si precisa, per questo anche chi si è già ammalato dovrebbe comunque ricevere il vaccino.

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Anche per chi ha già contratto il virus la priorità sarebbe il vaccino (fonte pixabey)

Il risultato dello studio, che vede solo l’80% di soggetti mostrano un’immunità “naturale”, che cala l 47% per i soggetti che hanno oltre 65 anni. Questi numeri sarebbero, quindi: “La conferma, se fosse necessario, che per Sars-CoV-2 la speranza di un’immunità protettiva attraverso le infezioni naturali potrebbe non essere alla nostra portata e un programma di vaccinazione globale con vaccini ad alta efficacia è invece la soluzione duratura”.

Angelica Gagliardi

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