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Varianti Covid: quali sono le nuove norme anti contagio da rispettare

Published by
Veronica Elia

Di fronte al diffondersi delle varianti Covid, il mondo della Sanità ha fornito delle nuove norme anti contagio da rispettare. Ecco quali sono.

Le indicazioni da rispettare contro il contagio da varianti Covid

Attualmente, tra gli aspetti maggiormente preoccupanti del virus vi è il diffondersi sempre più rapido delle sue varianti. A tal proposito Inail, Iss, Ministero della Salute e Aifa hanno divulgato delle nuove norme anti contagio da rispettare anche per coloro che hanno già ricevuto il vaccino. Vediamo subito quali sono tutte le raccomandazioni.

Varianti Covid: tutte le nuove norme

Con la crescita esponenziale dei contagiati dalle varianti Covid, le autorità sanitarie hanno ritenuto necessario divulgare delle nuove norme comportamentali da seguire per cercare di contenere ulteriormente il numero dei contagi. Tali indicazioni sono state raccolte all’interno di un documento stilato da Inail, Iss, Aifa e ministero della Salute. Oltre alle indicazioni relative all’innalzamento a 2 metri del distanziamento e all’uso delle mascherine chirurgiche al posto di quelle in stoffa, il testo fa riferimento anche ad altre norme più specifiche.

Quarantena, contatti e vaccini: quali sono le altre raccomandazioni

Cosa c’è da sapere

All’interno del documento ci sono, inoltre, una serie di raccomandazioni relative a quarantena, contatti stretti e vaccini. Senza trascurare la necessità di far rispettare le norme anche da chi è già stato vaccinato. In particolare, nel suddetto testo si evidenzia che anche chi ha già ricevuto il farmaco in caso di contatto stretto con un positivo “deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione”. In questo caso, bisognerà quindi rispettare i canonici 10 giorni di quarantena dall’ultimo test o 14 giorni dall’ultima esposizione. Il documento conferma, poi, la necessità di somministrare i vaccini anche ai soggetti guariti sia che abbiano manifestato i sintomi o meno. “È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose. Purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e entro i 6 mesi dalla stessa”. Si legge ancora nel rapporto.

Infine, gli esperti ricordano che al momento “nessun vaccino è efficace al 100%”. Pertanto, anche i vaccinati possono andare incontro ad una nuova infezione del virus. Ad ogni modo, in questo caso i rischi si riducono notevolmente. Basti pensare che nei soggetti già infettati l’incidenza del virus scende dell’83%.

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