Covid, Giorgio Parisi: "Possibile quarta ondata a Natale"
Covid, lo scienziato Giorgio Parisi: “Probabile picco tra 7-10 giorni. Quarta ondata? Potrebbe arrivare a Natale 2021”, ecco le sue parole nel dettaglio.
L’Italia sta affrontando al momento la terza ondata di contagi di Covid-19. La situazione è piuttosto critica e le Regioni, fatta eccezione per la Sardegna che è in zona bianca, sono tutte divise tra ‘rosse’ e ‘arancioni’. I contagi, dunque, sono alti e continuano ad aumentare su tutta la penisola e in alcuni luoghi il sistema sanitario è in grandissima difficoltà. Contemporaneamente, però, sta procedendo anche la campagna vaccinale, che presto subirà delle modifiche, così come annunciato nei giorni scorsi dal Commissario Straordinario per l’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo. Anche in questo campo, però, non mancano le criticità, come i problemi nati negli ultimi giorni con il vaccino AstraZeneca, che al momento è stato ritirato in via precauzionale su tutto il territorio nazionale. In questo clima di preoccupazione e incertezza, colpiscono le parole del noto e autorevole scienziato Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei. Intervistato da FanPage.it, il professore ha spiegato che la quarta ondata di contagi può essere una possibilità: ecco le sue parole.
Lo scienziato e Presidente dell’Accademia dei Lincei Giorgio Parisi è stato intervistato da FanPage.it e ha parlato della situazione attuale in Italia in merito alla pandemia di Covid-19. Il professore ha specificato che non è facile al momento fare previsioni sull’andamento dei contagi nelle prossime settimane, visto che il Governo ha appena preso dei provvedimenti per cercare di contenere l’aumento dei contagi: “La crescita c’è, ma è contenuta. Mi aspetto il picco tra 7-10 giorni, poi dovrebbe iniziare la discesa come conseguenza dell’introduzione di zone rosse e arancioni”. Secondo il noto fisico, inoltre, non è possibile escludere anche una quarta ondata in futuro: “Potrebbe accadere a Natale 2021 se dovesse nascere una nuova variante resistente ai vaccini in uso. In quel caso andrebbero aggiornati tempestivamente. Per questo è fondamentale fare scorta di milioni di dosi di vaccini per poi valutare un richiamo. Potrebbe non servire, ma sarebbe drammatico essere impreparati”.
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