Oggi a “Quattro chiacchiere con…” ospitiamo Ludovico Fremont. Attore, regista e sceneggiatore è un ragazzo dall’indiscusso talento.
Quali sono i suoi progetti per presente e futuro? “Per il momento sono in fase di scrittura di un libro top secret. Sto riprendendo in mano diverse cose lasciate ovviamente in aria per via di questa pandemia. Siamo in fase di ricostruzione, in fase di ripresa speriamo. Senza mai mollare”.
Si torna a parlare della pandemia: “Sulla pandemia se ne parla in continuazione, credo sia diventato un argomento che non fa bene alla testa e all’anima delle persone. Focalizzarsi sul problema e non sulla soluzione non ha mai portato niente. O si è parte della soluzione o si è parte del problema, per fare una citazione famosa. È un dogma che seguo”.
Ludovico Fremont, le sue parole e le sue idee
Ludovico Fremont ci parla anche di quell’emozione che ha generalizzato l’attenzione del pubblico di recente, il festival della musica italiana: “Sanremo? Non l’ho seguito, devo essere onesto. Non sono mai stato un grande amante di Sanremo. Magari ho seguito alcuni interventi di alcuni artisti, attori, intellettuali e cantanti che mi interessavano. Della trasmissione non sono mai stato interessato sinceramente. La situazione è particolarmente gravosa su tutta la società e non solo su delle specifiche persone, sicuramente si deve fare e si può fare di più. Tutto sta nella volontà di fare le cose”.
Tanta voglia di sperimentare ci ha portati a questa riflessione con Ludovico: “Sanremo e la musica italiana a me piacerebbe citare Lucio Dalla che è un grande della nostra musica. L’impresa eccezionale è essere normale, non significa la banalità anzi. Noi esseri umani siamo legati da qualcosa di più semplice, non banale. Siamo fatti di sentimenti, di passioni, di problemi universali. Il problema che ho io magari si avvicina a quello che hai tu, magari abbiamo un modo diverso di affrontarli, ma ci sono dei modi condivisi senza fare distinzioni. Sarebbe carino avere uno sguardo ironico sugli stessi argomenti. Mi fa ridere il fatto che da una situazione così al limite come la pandemia le persone si sono rese conto che esistono gli uccelli, il silenzio delle cose di una normalità incredibile. Questo mi ha fatto molto ridere. Sarebbe comico parlare di quello che le persone si sono accorto era attorno a loro da sempre e tutto è ricomparso”.