Coronavirus, si abbassa ancora l’età dei positivi: contagi in aumento tra gli under 20. Gli ultimi dati sull’incidenza anagrafica del virus.
Cresce la paura a causa dell’incidenza del Coronavirus su tutti gli under 20, dai bambini agli adolescenti. Ed è proprio in questa direzione che si muove anche il nuovo Dpcm firmato ieri sera dal premier Mario Draghi con cui si stabilisce un’ulteriore stretta sulle scuole. A confermare questa tendenza, il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Focus sull’età evolutiva, in cui emerge come per la prima volta dall’inizio della pandemia il Covid registra un sorpasso dei contagi tra gli under 20 rispetto alle fasce più adulte della popolazione. Vediamo nel dettaglio quali sono i rischi connessi a tale fenomeno.
Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità: si abbassa l’età dei positivi
Da quando è scoppiata la pandemia lo scorso anno, per la prima volta l’Iss ha rivelato una maggiore incidenza di positivi al virus tra i più giovani rispetto agli adulti. In particolare, il ‘sorpasso’ si sarebbe verificato alla fine del mese di gennaio 2021, mantenendosi stabile per le quattro settimane successive. Dal bollettino dell’Iss del 26 febbraio si apprende che “nelle ultime settimane si rileva un ulteriore lievissimo incremento della percentuale di casi nella fascia di età 0-18”. Attualmente, a causa di questo fenomeno, la media dell’età dei positivi è dunque scesa a 44 anni.
Quali sono i rischi connessi al fenomeno
Il valore più elevato relativo ai contagi da Covid si è registrato per la fascia di età tra i 13 e i 19 anni. Con circa 200 casi ogni 100 mila abitanti. Dal punto di vista della pericolosità del virus, stando ai dati raccolti, gli under 20 tenderebbero a sviluppare nella maggior parte dei casi una sintomatologia lieve dell’infezione (circa il 60%). Il restante 40% sarebbe, addirittura, costituito dai cosiddetti paucisintomatici, cioè coloro che hanno sintomi lievissimi. Secondo gli esperti a determinare un aumento dei contagi tra i giovanissimi sarebbe in primo luogo la diffusione delle varianti del virus, soprattutto di quella inglese. Ciò dipende dal fatto che tale variante, come già dimostrato, è caratterizzata da una maggiore trasmissibilità rispetto alle altre. Senza trascurare che a tutto ciò si è aggiunta anche la riapertura delle scuole che ha fatto sì che il virus circolasse più rapidamente tra gli under 20.