“Peregrini. Cammino alla scoperta dei culti, dei riti e dei rituali del Mezzogiorno” di Giovanni Cardone è uscito per Santelli Editore. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare l’autore.
Giovanni Cardone ci propone una raccolta di saggi sui culti e i miti del nostro Meridione con una riflessione che ci apre nuovi, sconfinati, orizzonti. Il comunicato stampa della casa editrice sottolinea che: “L’obiettivo è quello di mettere in risalto e divulgare alcuni tra gli aspetti più interessanti della cultura meridionale“. Chi non conosce questo mondo ci si approccerà attraverso un linguaggio semplice e sofisticato, chi invece ne è dentro vi si riconoscerà. Ora lasciamo parlare l’autore.
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Peregrini, Giovanni Cardone: intervista esclusiva
Passiamo ora all’intervista esclusiva a Giovanni Cardone autore del libro “Peregrini. Cammino nella scoperta dei culti, dei riti e dei rituali del Mezzogiorno“.
Da cosa nasce la sua opera?
“L’esperienza del viaggio credo sia stata fondamentale. Non è un caso che Marco Scarfiglieri, agente letterario dell’opera e tra i saggisti della stessa, mi abbia suggerito sin da subito il titolo Peregrini, credo che renda perfettamente il senso dell’intera opera, un Cammino tra le storie, le culture e i luoghi più affascinanti (e non sempre conosciuti) dell’intero Mezzogiorno. Da storico e critico d’arte ho vestito i panni del peregrino più volte, per anni ho viaggiato alla scoperta dei luoghi più straordinari (non categoricamente i più celebri) e ricchi di storie e di uomini della nostra bella terra, del nostro amato Mezzogiorno. Ho voluto toccare con mano i protagonisti dei miei studi e delle mie ricerche, una missione e un destino che dovrebbero intraprendere tutti gli addetti ai lavori. In questo mio peregrinare, come dicevo, mi sono imbattuto non solo nella storia e nelle storie di uomini, ma anche nella loro quotidianità, nelle loro credenze, nei loro rituali, nelle loro convinzioni e fantasie, di cui, appunto, la stessa storia è pregna. E allora. Di Mezzogiorno si è scritto tanto, forse troppo, forse poco, a volte bene, a volte meno. Nel panorama editoriale italiano ho ritenuto che forse mancasse un lavoro di tipo “enciclopedico” intorno a discussioni di tanta rilevanza per la nostra terra. Rapito da uno spirito di illuministica e settecentesca memoria, posati gli abiti di peregrino e indossati quelli di philosophe, ho messo insieme i pezzi, riunito le giuste voci in capitolo, il tutto per far luce su uno dei molteplici volti dell’anima del Mezzogiorno. Una sfida accettata da tanti miei colleghi e amici, un volume che riunisce voci autorevoli e, perché no, innamorate sia della propria professione che della loro terra d’origine”.
A che pubblico è indirizzata? A chi voleva arrivare?
“L’idea sin in principio è stata quella di un’opera che divulgasse, una sorta di enciclopedia, un volume che fornisse gli input giusti per confrontarsi con alcune delle tematiche insite a ogni livello nel territorio, anche nel politico, nel sociale e nel culturale, nel quotidiano, a volte percepite in maniera inconsapevole. Sono convinto che la divulgazione possa passare anche attraverso la qualità, la validità delle fonti e i contenuti, credo che Peregrini possa rispondere a tutto questo”.
L’opera è stata pubblicata con Santelli Editore, come si sono comportati con lei?
“Il supporto della Santelli è stato fondamentale. Sono pienamente soddisfatto di tutto il team. Dal lavoro dell’agente letterario ed editor Marco Scarfiglieri a quello dell’impaginatore e del grafico fino a giungere ai collaboratori dell’ufficio stampa. Il tutto sapientemente diretto da chi muove le diverse tessere del mosaico, ossia l’editore Giuseppe Santelli. Sono molto felice di quest’avventura insieme alla famiglia Santelli.
A chi non conosce i culti e i riti del Mezzogiorno come si sente di introdurre il libro?
“Di questi tempi in cui viaggiamo poco e nell’attesa di poter tornare con mano quanto questa terra ha da offrirci, posso proporre questo Cammino letterario, un viaggio che vedrà Virgilio d’eccezione, uno per ciascun culto, rito o rituale. I culti e i riti potremmo immaginarli come memorie collettive essenziali quindi per definire l’identità di un popolo. Un esempio. Il mito, la leggenda, il culto sono insiti, celati, ma sempre vivi nella vita sociale delle persone, molte volte tramandati di generazione in generazione, la sete di eroi, forse, non è mai stata placata, per noi napoletani eroe moderno è stato Diego Armando Maradona che ha difeso Napoli, calcisticamente parlando e no, da tutto e da tutti, difatti in tanti lo hanno paragonato a San Gennaro, altra “leggenda” cittadina. Coloro che lo hanno amato e lo amano tutt’oggi vorrebbero ricordarlo e nel tramandarlo alle future generazione, renderlo immortale, ed ecco allora che ne hanno fatto una edicola votiva, ecco quindi che si forgia il mito, il quale evolve insieme alla vita”.