Covid, l’esperto primario Massimo Galli dice la sua: “Un lockdown ‘personale’ di 2-3 settimane”, ma cosa significa?
Massimo Galli è, come sappiamo, il primario dell’ospedale Sacco di Milano. E’ da quando la pandemia ha messo piede in Italia che la sua battaglia contro il Coronavirus ha avuto inizio. Una battaglia che condivide con i milioni di italiani e di telespettatori italiani che assistono ai suoi interventi in televisione quasi ogni giorno. Da sempre è convinto che la vaccinazione sia l’unico rimedio valido contro il Covid. Così come sempre e da sempre ci ha messo in guardia contro la pericolosità di questo virus. I suoi avvertimenti non sono sempre incoraggianti ed alcune sue parole, bisogna dirlo, talvolta fanno rabbrividire: “Se quello che è stato programmato con tutta l’Europa non si verifica, siamo in un grosso guaio”, ha detto proprio ultimamente facendo riferimento ai ritardi nella consegna delle dosi nel corso della trasmissione ‘Otto e mezzo’.
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Esiste un modo per uscire da questa situazione? E’ ormai passato un anno da quando c’è stato il caso 0 in Italia. Il Covid ha cambiato radicalmente le nostre vite, non lo si può nascondere. Così, Galli dice la sua sulla vicenda: “Bisogna pensare ad una exit strategy che ci garantisca alternativa. La produzione del vaccino non si allestisce in due minuti, gli impianti non sono semplici da mettere in piedi da un giorno all’altro, ma come Italia e come Europa bisogna cominciare a pensarci e anzi bisognava farlo prima. Una produzione rapida in Italia? Rapida, no. Sarebbe un piano B che non risolverebbe uno dei problemi fondamentali”.
Poi, continua parlando ancora della vaccinazione sostenendo che c’è ancora da aspettare per vedere la luce: “Se vaccini molto e rapidamente riesci a bloccare la trasmissione del virus. Se vaccini in maniera troppo diluita nel tempo non ottieni l’effetto di contenimento complessivo del virus e consenti la circolazione di varianti. Tra un anno potremmo vedere la prospettiva rosea ed esserne fuori. Dobbiamo tener duro”.
Per quanto, un primario del suo calibro, potrà dare ancora il suo contributo all’informazione andando in tv? “Declino i quattro quinti delle richieste, pare che tutti abbiate bisogno di riempire i palinsesti e insistiate per avere determinate voci, alcuni per fare corrida e altri per fare informazione seria. Sono stato tentato di fare il mio personalissimo lockdown e di rimanere in silenzio per 2-3 settimane. Però il punto è che in questo momento siamo in una congiuntura particolarmente seria e preoccupante. Credo di essere sempre stato coerente nelle posizioni che ho portato, molte cose che ho preconizzato si sono avverate. Stiamo attenti in questo momento, questo vi posso dire”.
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