Talento e simpatia sono le doti principali di Angela Finocchiaro, unite ad un indiscusso fascino: il ricordo dei primi anni, racconto inaspettato
Quando talento e simpatia si incontrano il pubblico ottiene in regalo un’attrice del calibro di Anna Finocchiaro, una donna di indubbio fascino e straordinarie doti artistiche. Nata a Milano nel 1955, i primi passi nel campo della recitazione li muove in teatro e, per un importante periodo, fa parte della compagnia “Quelli di Grock”. In un’intervista al “Corriere della Sera” di un paio di anni fa, Anna Finocchiaro ha ripercorso i primi anni della sua carriera: un racconto inaspettato. “Purtroppo sono figlia unica e i miei genitori in quel periodo avevano problemini tra loro, si sono distratti e, a causa della loro distrazione, hanno aperto un varco: io mi sono infilata in quel varco” ha spiegato, parlando di come fosse nato il suo “desiderio” di diventare attrice. “Cercavo di fare qualcosa di diverso, volevo andare altrove, ribollivo, ero giovane e non avevo ben chiaro dove volessi andare…”
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Angela Finocchiaro, il racconto dei primi anni
Con grande sincerità e l’innata simpatia, l’attrice ha ripercorso anche i primi timori che l’hanno accompagnata. “Non è che pensassi di fare l’attrice” ha spiegato, riguardo a quando, mentre studiava al liceo, decide di presentarsi ai Filodrammatici di Milano. “I provini che mi capitava di fare erano una schifezza: una volta fu infernale” ha confessato. “Mi danno un pezzo da leggere e coloro che mi ascoltavano devono aver pensato: ma questa perché sta qui invece di andare a pulire i pavimenti?” ha raccontato. “Il fatto è che negli anni Settanta inciampavi nel teatro, lo si faceva ovunque, da quello di strada a quello impegnato delle compagnie sperimentali, era facile cascarci dentro: eravamo tutti insieme su una barca che navigava a vista, senza una precisa direzione, ma spedita” ha aggiunto.
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Angela Finocchiaro ricorda anche un momento “decisivo”. “In quel periodo mi chiedono di fare clownerie. In uno spettacolo interpretavo una sorta di servo di scena, dovevo far finta di dormire in palcoscenico: ricordo il panico, mi sentivo una pagnotta, ero una polpetta di paura, volevo alzarmi e andarmene...” ha spiegato. “Però, in quell’occasione, qualcuno capì che avevo i tempi comici…”. E, del resto, vista la sua brillante carriera, ci avevano visto giusto!