Icona indiscussa della musica italiana, Renato Zero: “Un mondo duro e spietato”, difficoltà e dolori affrontato nel suo passato
Icona indiscussa della musica italiana: Renato Zero è il simbolo di un’era musicale, una voce che ha segnato in modo indelebile il panorama artistico nostrano. Classe 1950, originario di Roma, l’eccezionale cantautore è l’unico italiano che in sei decenni differenti ha visto un album piazzarsi primo in classifica. Renato Zero non si è mai limitato a “cantare”: interprete, attore appassionato, performance straordinario, le sue esibizioni sono sempre un tripudio di originalità e meraviglia e riescono a coinvolgere il pubblico in modo assoluto. La passione per l’arte, in ogni sua forma, lo accompagna fin da piccolissimo e segna in modo inesorabile il suo destino. Proprio in merito a quegli anni, alla prima giovinezza, Renato Zero si è raccontato, un paio di anni fa, a Vanity Fair: “Un mondo duro e spietato”, difficoltà e dolori del suo passato.
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“Quando da ragazzo uscivo vestito di piume per le strade della Montagnola, il quartiere in cui sono cresciuto, mi gridavano cose cattive e mi riservavano scherni, lazzi e ironie grevi” ha raccontato. Di tutta risposta, Renato Zero perseverava nella sua gentilezza e offriva loro la colazione. “È arrivata la sposa”, dicevano. Alcuni, profittando del dubbio sulla mia sessualità, amavano scaricarmi addosso colpe, frustrazioni e responsabilità che non avevo. Ero una proiezione delle repressioni e mi innalzavano al ruolo di scandalo vivente” ha aggiunto. Questo, però, non lo ha fermato, anzi. Lo ha spronato. “Se fossi stato debole, quell’atteggiamento avrebbe potuto pregiudicare la mia resistenza nel mondo dello spettacolo. Che è un mondo duro e spietato” ha rivelato.
Forse non molti sanno che la scelta di “Zero” non è affatto casuale. Il suo vero nome è Renato Fiacchini. Secondo quanto riportato da SKytg24, quando era giovanissimo, un ragazzino che si esibiva in svariati locali romani, gli insulti non mancavano. “Sei uno zero” pare gli urlassero, di fronte ai suoi look originali e i balli incredibili. E lui è diventato l’iconico Renato “Zero”.
“Sono stato forte, anche se ho sempre pensato che al cattivo gusto, alla violenza verbale e alla brutalità di certe recinzioni che volevano mettermi attorno impedendomi di dare sfoggio di una libertà a 360 gradi, bisognasse reagire con l’ironia e con l’invenzione rabbiosa” ha spiegato Renato Zero.
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