La “Sindrome di Asperger” è più diffusa di quanto si possa pensare: caratteristiche, sintomi e diffusione, cerchiamo di comprendere cos’è
La “Sindrome di Asperger” è più diffusa di quanto si possa credere, basi pensare che ne sono affetti alcuni personaggi famosissimi, come Mark Zuckerberg e Greta Thunberg. Cerchiamo di comprendere insieme di cosa si tratta. Cos’è, dunque e quali sono le caratteristiche e i sintomi della “Sindrome di Asperger”? Iniziamo col dire che si tratta di un disturbo che viene annoverato tra quelli dello “spettro autistico”. Una combinazione di sintomi che possono influenzare le interazioni sociali ma non sembrano interferire con lo sviluppo cognitivo dei soggetti che ne sono affetti. Per ottenere una diagnosi è necessario del tempo e lo studio approfondito del comportamento del paziente, che sarà monitorato da uno specialista. Vediamo insieme quali sono i sintomi e la sua diffusione.
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Cos’è la “Sindrome di Asperger”: sintomi e diffusione
Come abbiamo detto, questo “disturbo” va ad intaccare le interazioni tra il soggetto che ne è affetto e la rete sociale. Chi ne soffre può apparire “indifferente” nei confronti degli altri e mostrarsi focalizzato in modo eccessivo su questioni di diverso genere. La difficoltà nel rapportarsi e avere un dialogo con gli altri è un altro indizio della Sindrome di Asperger, come la difficoltà concreta nel creare “legami”. Possono sorgere difficoltà anche a livello motorio, oltre che nel comportamento e nel linguaggio. Inoltre, i pazienti possono compiere una serie di gesti “ripetitivi” e incomprensibili, che per loro sono fondamentali. Non è possibile sapere conoscere con certezza le statistiche in merito alla diffusione del disturbo, sebbene alcuni studi parlino di 2/3 soggetti affetti ogni 10.000 e altri di 2/3 soggetti ogni 1000. Sembrerebbe colpire in misura maggiore i maschi, ma non c’è una conferma scientifica al riguardo.
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Per quanto riguarda la “cura” non ne esiste una precisa: ci si concentra sui sintomi e sulle loro possibili “conseguenze”, come depressione o stati d’ansia. Importante è anche la “terapia familiare” affinché il paziente impari a conoscere e gestire la sindrome e così i suoi familiari.