Un progetto innovativo che vede protagoniste le mascherine: la striscia adesiva simile al “test rapido” che dovrebbe “reagire” alla presenza del virus cambiando colore. Scopriamo i vantaggi di quest’idea originale.
L’originale idea e il conseguente progetto sono frutto dell’Università della California, che ha ottenuto una grande sovvenzione da parte del National Institute of Health degli Stati Uniti. Un’iniziativa che potrebbe rivelarsi di grande aiuto sia per quanto concerne la diagnostica del Coronavirus sia per quanto riguarda il controllo dell’epidemia. In che modo? Come sappiamo, da quando il Covid è entrato prepotentemente a far parte delle nostre vite, le mascherine sono diventate uno strumento utilizzato in tutto il mondo e, con la striscia adesiva, simile al “test rapido” potrebbero fare davvero una differenza sostanziale. Come funziona e quali sarebbero i vantaggi, facciamo chiarezza insieme.
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“La striscia reattiva è dotata di un blister che l’utente può comprimere, rilasciando nanoparticelle che cambiano colore in presenza delle proteasi di Sars-Cov-2” hanno spiegato gli studiosi. Lo hanno paragonato ad un “test di gravidanza” ma anche ad un “rilevatore di fumo”. “Pensiamo a questo dispositivo come a un approccio di sorveglianza, come un rilevatore di fumo in casa. Questo rimarrebbe in background durante il giorno e se viene attivato, allora sai che c’è un problema e lo puoi verificare con test più sofisticati”. In poche parole, la striscia adesiva, che sarebbe possibile attaccare sulle nostre mascherine, reagirebbe a contatto con la nostra saliva e col nostro respiro, cambiando colore in caso di possibile infezione. In questo modo, di fronte al cambio colore, potremmo prendere le opportune precauzione e fare le indagini del caso, sottoponendoci ai test che stabiliscano la nostra positività o meno al Coronavirus.
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“Vogliamo che questo sia abbastanza conveniente per rendere questo test di uso quotidiano” si apprende dagli studiosi. “Ciò consentirebbe alle strutture ad alto rischio come case famiglia, carceri, cliniche di dialisi e rifugi per senzatetto di monitorare prima e più frequentemente le nuove infezioni, riducendo la diffusione del virus”. Un’iniziativa davvero interessante che, se trovasse l’approvazione, potrebbe aiutare e fare la differenza.
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