Covid, rimandare il vaccino per chi ha già contratto il virus nei sei mesi precedenti: ecco la raccomandazione fatta dall’Oms.
Alla luce delle poche dosi di vaccino anti Covid disponibili, anche il Gruppo strategico di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità ha fornito una serie di raccomandazioni che riguardano le somministrazioni delle dosi nei soggetti che hanno contratto il Covid nei sei mesi precedenti. Questa la posizione dell’Oms e degli esperti.
Stando a quanto dichiarato dall’Oms, per far fronte alla riduzione delle dosi di vaccino anti Covid disponibili, è al momento necessario rinviare le vaccinazioni dei soggetti che hanno contratto il virus nei sei mesi immediatamente precedenti. Non si tratterebbe, dunque, di un’inversione di tendenza o di uno stop della campagna vaccinale. Ma semplicemente di una temporanea soluzione per ovviare al problema delle scorte limitate di dosi. Gli esperti dell’Oms sono infatti d’accordo sul fatto che le vaccinazioni andrebbero fatte anche nel caso in cui il Covid sia stato già contratto, sia in forma sintomatica che asintomatica. Tuttavia, bisogna anche ricordare che chi ha già avuto il virus ha sviluppato gli anticorpi necessari per permettere ad altri soggetti di ricevere per primi il vaccino. Stando ai dati attuali, l’Oms rassicura che nelle persone già contagiate la possibilità di riprendere l’infezione nei sei mesi seguenti la guarigione è assolutamente ridotta.
Le raccomandazioni formulate dall’Oms, ad ogni modo, non rappresentano una vera novità all’interno della comunità scientifica. Già in passato, infatti, medici e scienziati si sono trovati a dibattere sulla necessità di vaccinare o meno i soggetti guariti dal Covid. In Italia il professor Massimo Galli, per esempio, si è detto d’accordo con le raccomandazioni formulate dall’Oms. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), invece, ha ribadito che anche chi è già stato contagiato può e deve ricevere il vaccino. In tal caso si escluderebbe, però, la seconda dose per chi nel frattempo contrae il virus. Questo perché, a quanto pare, l’infezione genera una risposta immunitaria adeguata, benché parziale, che fa sì che non sia necessaria la seconda dose del vaccino.
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