Il Governo rischia la caduta: ieri ha ottenuto la fiducia della Camera e oggi sono previste le votazioni al Senato, ma se dovesse cadere cosa ne sarà del Dpcm entrato in vigore lo scorso 16 gennaio?
Una crisi di governo in un momento storico così delicato potrebbe avere conseguenze ancora più preoccupanti se si considera che potrebbero venir meno alcune delle misure preventive alla diffusione covid.
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Governo a rischio caduta, come verrebbe applicato l’ultimo Dpcm?
Nel caso in cui il Governo Conte-bis dovesse effettivamente cadere, come verrebbe applicato l’ultimo Dpcm dello scorso 16 gennaio? E soprattutto come verrebbero gestite le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza per la suddivisione settimanale delle Regioni in zone gialle, arancioni e rosse?
Al momento non è possibile rispondere con certezza a queste domande, certo è che gestire la pandemia in un momento di crisi e chiusura di un Governo non sarebbe affatto semplice.
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Nel caso in cui la caduta del Governo diventasse una certezza, la tempestività con cui da un anno vengono emanati e applicati i Dpcm verrebbe meno, mettendo a repentaglio la sicurezza e la salute dei cittadini.
Ad esempio il Dpcm emanato il 16 gennaio resterebbe in vigore o verrebbe sospeso?
Per sciogliere questo nodo è possibile ricorrere soltanto al testo costituzionale, nel quale leggiamo che anche un governo dimissionario è legittimato a “svolgere l’ordinaria amministrazione”.
E’ quanto conferma Beniamino Caravita, vicepresidente dei costituzionalisti italiani, affermando che “nell’ordinaria amministrazione, davanti a un’emergenza, non può non rientrare ciò che serve al Paese. Inimmaginabile un vuoto di potere”. Aggiunge poi: “anche se Conte dovesse dimettersi potrebbe firmare i Dpcm e il ministro Speranza i decreti che istituiscono le zone gialle, arancioni o rosse“.
E’ la Costituzione stessa a garantire la prosecuzione dell’attuazione delle norme nei casi di emergenza, come la pandemia in corso: resterebbero in vigore le suddivisioni attuali in zone gialle, arancioni e rosse insieme a tutte le norme già approvate e in vigore fino al 5 marzo 2021.