Ancora novità sul vaccino anti-Covid: ecco perché è rischioso rimandare la somministrazione della seconda dose. La spiegazione della BionTech.
Si torna a parlare di vaccini e a questo proposito, il Ceo della BioNtech ha voluto spiegare quali rischi si corrono a rimandare la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer. Ecco cosa ha detto.
Vaccino anti-Covid: quali rischi ci sono se si rimanda la seconda dose
Attualmente il vaccino Pfizer-BioNtech viene somministrato in due dosi; la seconda a 21 giorni di distanza dalla prima. Posticipare il richiamo potrebbe significare andare incontro ad una serie di rischi. A spiegarlo il Ceo dell’azienda tedesca BioNtech Ugur Sahin. Ma in cosa consiste di fatto tale pericolo? Stando a quando finora scoperto, saltare il richiamo vorrebbe dire compromettere l’efficacia stessa del vaccino. Infatti, qualora la somministrazione della seconda dose venisse ritardata, vorrebbe dire esporsi alla possibilità di una protezione contro il virus limitata. Questo è quanto si verificherebbe “Se la seconda dose non arriva dopo tre settimane o quattro settimane o sei settimane” ha spiegato Sahin. Pertanto, in assenza di prove contrarie, la comunità scientifica è attualmente concorde sul fatto “che la seconda dose venga somministrata non molto più tardi di quanto originariamente proposto” ha aggiunto il Ceo della BioNtech.
L’appello di Sahin
Ugur Sahin, cofondatore dell’azienda BioNtech, non è di certo la prima volta che si espone a proposito del vaccino. Nei giorni scorsi, ad esempio, ha deciso di lanciare attraverso il giornale Spiegel un importante appello. “La situazione non è buona” ha annunciato. “Si è creato un gap perché non sono stati approvati altri vaccini e noi dobbiamo coprire il buco con i nostri”. Un problema a cui si sta provando a trovare una soluzione cercando nuovi partner che possano produrre vaccini della medesima qualità in tempi brevi. “Entro la fine di gennaio avremo una visione più chiara” ha aggiunto Sahin. Ad ogni modo l’azienda, stando a quanto dichiarato, sembrerebbe essere al momento in grado di produrre 2 miliardi di dosi entro la fine dell’anno, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dell’Ema a somministrare sei dosi per flaconcino, anziché cinque. Una svolta importante rispetto al precedente traguardo di 1,3 miliardi di dosi.