Vaccino Covid: molti di essi per essere efficaci necessitano della somministrare della seconda dose. Cosa succede se non si fa quanto richiesto?
La maggior parte dei vaccini Covid al momento in circolazione necessitano di una doppia somministrazione l’una a poca distanza dall’altra. Qual è il motivo? Perché serve la seconda dose? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Con l’approvazione del vaccino anti Covid Pfizer/BionTech ha avuto inizio a partire dal Regno Unito la campagna vaccinale per sconfiggere il Coronavirus. L’operazione sta procedendo progressivamente anche nel resto d’Europa, ma non senza alcuni dubbi circa l’efficacia della sua risposta e con qualche difficoltà organizzativa riguardante la distribuzione delle dosi. Soprattutto perché una volta lasciata la sede di Puurs in Belgio, il vaccino deve essere trasportato e conservato in condizioni particolari. Ad ogni modo, il primo trasporto dovrebbe contare 800 mila dosi, sufficienti per coprire 400 mila persone, visto che serviranno non una, ma due somministrazioni ciascuno. Ma perché è necessario effettuare anche la seconda dose del vaccino?
La maggior parte dei vaccini anti Covid al momento conosciuti, compresi quindi il vaccino Pfizer/BionTech e quello sviluppato da Moderna e dall’Università di Oxford-Astrazeneca, richiedono una doppia somministrazione. Ciò dipende dal fatto che dallo studio dei dati emerge come i vaccini, in particolare quello Pfizer/BionTech, abbiano un’efficacia pari al 95% ma solo dal settimo giorno dalla seconda dose. Nello specifico è stato constatato che a distanza di tre settimane dalle due dosi c’è stato un aumento significativo della concentrazione di anticorpi neutralizzanti. È chiaro, quindi, che per beneficiare di una copertura completa e necessario effettuare anche la seconda somministrazione. Saltarla significherebbe non avere la certezza della risposta immunitaria da parte dell’organismo. Il meccanismo di funzionamento è paragonabile a quello del vaccino contro il morbillo in cui la prima dose genera una risposta immunitaria in pochissimi casi. Solo dopo la seconda, essa sale a più del 2%. Pertanto si può dedurre che è la seconda somministrazione a generare la produzione di anticorpi protettivi, potenziando la risposta immunitaria al virus.
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