Napoli, dopo la mareggiata altra disgrazia sul lungomare: paura e sconforto tra i cittadini, ecco cos’è successo poco fa.
Non è un momento facile per la città di Napoli, che oltre a dover affrontare l’emergenza Coronavirus, così come anche il resto dell’Italia, sta vivendo momenti di grande difficoltà a causa del maltempo. Pioggia, grandine e forti burrasche di vento si sono abbattute in questi giorni sul capoluogo campano, creando danni anche molto pesanti, in particolare sul lungomare di via Caracciolo. Nella giornata di martedì 29 dicembre, infatti, una violenta mareggiata si è abbattuta sui ristoranti e i locali che si trovano sul lungomare partenopeo. Le onde si sono alzate al punto tale da invadere completamente la strada e inondare i ristoranti, distruggendo gazebi e tavoli e creando danni economici gravi ai ristoratori della città, già duramente colpiti dalle restrizioni dovute all’emergenza Covid. Le disgrazie per i napoletani, però, sembrano non essere finite: ecco cos’è successo poco fa.
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Napoli, altra disgrazia dopo la mareggiata dei giorni scorsi: ecco cos’è successo sul lungomare
Il maltempo continua a fare danni a Napoli, dove poche ore fa si è registrato un crollo che certamente porta dispiacere e sconforto tra i cittadini. La ‘vittima’ delle forti burrasche è stata questa volta l’arco borbonico del 1700 situato sul lungomare di via Partenope. Nato all’epoca come approdo per i pescatori, l’arco nel tempo era diventato un terminale dello scarico fognario, ma soprattutto era uno dei simboli dell’epoca borbonica ancora presenti a Napoli. Negli ultimi anni, a causa dell’incuria, l’arco borbonico aveva rischiato il crollo più volte, anche perché era appoggiato in maniera non troppo salda su un masso. A quanto pare, le burrasche degli ultimi giorni non hanno perdonato e l’arco non ha retto, arrivando addirittura a crollare in acqua.
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La notizia non è certamente positiva per i cittadini partenopei, già molto colpiti dal mancato miracolo di San Gennaro dello scorso 16 dicembre. In quella occasione, infatti, non si è ripetuta l’attesa liquefazione del sangue del Santo Patrono della città, evento che per molti ha rappresentato un presagio negativo per il futuro.