Non immaginate neanche, molto probabilmente, come si fanno le ciambelle a New York. Dopo aver guardato questo video di Piero Armenti resterete di stucco
“Amici de Il mio viaggio a New York”: è così che inizia ogni video di Piero Armenti. Ormai, lo conosciamo tutti il ragazzo che da Salerno, capoluogo campano, si è trasferito a New York negli Stati Uniti. E’ un ragazzo pieno di risorse, bisogna ammetterlo. Ultimamente sta vendendo corsi per diventare influencer su Instagram, gestisce un e-commerce di prodotti made in Usa… insomma, si dà da fare. Anche perché, in un modo o nell’altro dovrà pure mantenersi in una città abbastanza ‘cara’ come quella in cui si trova a vivere adesso. Quel che è certo, è che in pochissimo tempo, Piero è diventato una vera e propria star del web. Con i suoi video riesce a incantare migliaia di persone. Spesso, ci mostra com’è la vita lì a New York, le attività commerciali e quant’altro, con un’attenzione spiccata verso il cibo. Ed è proprio un video in cui si parla di cibo che vi vogliamo mostrare.
Come si fanno le ciambelle a New York: tutto automatico!
Il bello è non solo che tutto si fa automaticamente. Ma soprattutto che il cliente può guardare tutto il processo dall’inizio alla fine. Piero Armenti lo dice chiaramente nel video: “Il paradiso per chi non sa cucinare”. Sì, perché in effetti la macchina fa tutto da sola. Basta azionarla, magari dargli uno sguardo di tanto in tanto per assicurarsi che tutto stia funzionando correttamente e poi basta. Alla fine, quando la ciambella è pronta, bisogna guarnirla con il gusto che si preferisce.
Si può usare il cioccolato nero o quello bianco. O magari usare dello zucchero. Insomma, le ciambelle sono un po’ di tutti i tipi. Ma quel che colpisce davvero è il modo ‘inedito’ in cui si fa business in America. Tutto automatizzato e tutto sotto gli occhi del cliente. Piero Armenti, con questo video, ci ha dato un’altra chicca preziosissima e infatti il seguito che ha avuto il video parla per lui. Speriamo che continuerà ancora per molto a portare avanti questo lavoro e che ci mostri ancora com’è vivere in America.
