Nino D’Angelo e il suo straziante lutto: una confessione da brividi e delle riflessioni che forse nessuno ha mai fatto…
Nino D’Angelo è di sicuro uno dei cantautori napoletani più conosciuti nel mondo. E’ nato a Napoli nel 1957 da una famiglia non proprio benestante. Era il primo di sei figli, di una famiglia che viveva in una città che non aveva molto da offrire all’epoca. Poco lavoro, ristrettezze economiche. Una vita dura, almeno nei primi anni di vita fino a quando si è rimboccato le maniche per andare a lavorare. Per aiutare la famiglia e sostenere le sue piccole spese. Suo padre era un operaio e sua madre una casalinga. Gaetano, questo il suo vero nome, non è mai stato un bambino spensierato. Così, quando era abbastanza cresciuto, si è dato da fare per aiutare la famiglia. Ha lavorato come gelataio alla stazione centrale di Napoli. Solo dopo è arrivato il successo. Dopo tanti sacrifici, stenti e rinunce. E’ per questo che, adesso, a 63 anni, può dire di sapere almeno un po’ quanto può essere dura la vita.
Ha sempre cercato di proteggere la sua famiglia dal successo. O meglio, da quello che è l’altro lato della medaglia di esso. A volte dà, altre volte toglie. Ma diverse volte si è raccontato in interviste che hanno tolto il velo sulla sua vita passata, quella prima della fama, per intenderci.
Nel programma Uomo e Gentiluomo, che andava in onda diversi anni fa, fu organizzata un’intervista a Nino D’Angelo. Ma a sua insaputa. Insomma, c’era una telecamera nascosta in taxi ed una tassista un po’ indiscreta che lo faceva parlare. Il cantautore si è aperto ed ha raccontato un dramma della sua esistenza: la perdita della madre. O forse, per meglio dire, quello che ha significato la perdita della mamma. Adesso, quel video lo ritroviamo (per fortuna) negli archivi di Youtube:
Nino D’Angelo comincia a descrivere sua madre: “Mammà era la mamma padrona. Aveva cresciuto sei figli, da povera. Non sapeva cos’era andare a Napoli. Non sapeva cos’era Roma. Mi ha visto appena famoso. E quello è il rammarico più forte: dopo una vita di sacrifici, nel momento in cui poteva godersi la vita…”.
Poi, si apre ancora un po’ di più, raccontando la ‘batosta’ subita: “Nella vita, se vuoi vincere devi imparare a perdere. Io ho conosciuto, nel momento più brutto della mia vita, quando pensavo che ero già cresciuto, una mazzata così forte che non la reggi”.
E infine alcune frasi che possono diventare tranquillamente delle massime per ogni uomo, per la propria vita: “Un figlio è figlio pure a 70 anni, se ha la mamma. Lo sai quando uno diventa veramente uomo? Quando non ha più la mamma. Si diventa padre quando non si è più figlio”.
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