La diffusione del contagio da Coronavirus è un argomento largamente trattato: facciamo chiarezza sul ruolo degli animali domestici in questa fase tanto delicata.
Il Coronavirus tiene in scacco l’Italia ormai da diversi mesi. Le misure preventive necessarie per quanto concerne il tentativo di arginare la diffusione del contagio sono in atto. Si sono susseguiti diversi Dpcm, ognuno messo a punto sulla base dei dati scientifici raccolti e a seconda dell’andamento della curva epidemiologica. Di recente, Giuseppe Conte ha firmato il Nuovo Dpcm, decreto che regola il comportamento cittadino nel periodo delle festività natalizie. Momento particolare in cui si teme un possibile incremento dei contagi vista la tradizione di ricongiungersi ai familiari. Alcune settimane fa, inoltre, è giunta la notizia del primo cane positivo al Coronavirus in Italia: vediamo dunque che ruolo giocano gli animali nella diffusione del contagio.
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Coronavirus, il ruolo degli animali domestici
Secondo quanto riportato sul sito del Ministero della Salute, non ci sarebbe “alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo epidemiologico nella diffusione di SARS-CoV-2”. Il Ministero precisa che ci sono alcune specie animali che contraggono il contagio, come cani, gatti e visoni. “Nonostante ciò non risulta che i felini o i cani giochino un ruolo nella diffusione della malattia“. Per quanto riguarda i visoni, invece, il discorso è diverso. Pare sia stato dimostrato che possono essere contagiati dall’uomo ed è stata dimostrata: “la loro capacità di ritrasmettere il virus ai lavoratori dell’allevamento”. A riportarlo è il sito Ministero della Salute, che spiega che tali episodi si sono verificati principalmente in Olanda e Danimarca.
Il Ministero riporta degli accorgimenti che vanno comunque adottati, come evitare che le persone infette entrino a contatti con i propri animali. Inoltre, è consigliabile che l’animale domestico di chi è risultato positivo non entri in contatto con altri animali. Tutte le informazioni dettagliate sono consultabili sul sito del Ministero della Salute.