Anche ‘L’anno che verrà’, la trasmissione del Capodanno di Rai Uno che quest’anno si sarebbe dovuta tenere a Terni con la conduzione di Amadeus, salta a causa delle norme anti Covid. Ecco cosa è successo.
Il Capodanno di Rai1, quest’anno, avrebbe dovuto avere luogo presso l’Acciaieria di Terni con la conduzione di Amadeus, ma a causa delle norme di sicurezza previste per il contenimento del contagio da Coronavirus, le cose sembrano essere andate storte. A Terni, salta infatti ‘L’anno che verrà’.
Per quest’anno, nessun Capodanno Rai all’Acciaieria di Terni. Ad annunciarlo l’Ast e l’Acciaieria stessa, anticipando le comunicazioni ufficiali della Regione Umbria e del Comune di Terni. Il problema, sembrerebbe in sostanza essere legato alle norme di sicurezza anti Covid e alle restrizioni contenute all’interno del nuovo Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ad ogni modo, il protocollo d’intesa firmato dalla Rai e dagli enti locali avrebbe validità biennale. Pertanto sembra essere al momento confermato, sempre nella città di Terni, il Capodanno 2022. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, per attuare l’iniziativa la Regione e il Comune avevano messo a disposizione rispettivamente 500 mila e 150 mila euro. Fin dall’inizio non sono mancate le polemiche, tuttavia, a dare il colpo di grazia, ci hanno pensato proprio le normative Covid.
Nella giornata di ieri ha preso parola per spiegare l’accaduto anche il consigliere della Commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Laganà, insieme alla consigliera Rita Borioni. I due hanno espresso la propria preoccupazione legata alla produzione del Capodanno Rai. Nel corso dell’organizzazione dell’evento, ci sono stati, infatti, degli esiti negativi sia dei sopralluoghi logistici che delle varie valutazioni sanitarie. “Con la consigliera Rita Borioni abbiamo condiviso alcune preoccupazioni” ha dichiarato Laganà. Tuttavia, anche se per il 2020 non sarà possibile festeggiare la notte di San Silvestro a Terni, gli accordi presi restano validi per l’anno prossimo. Questo perché l’Acciaieria è “luogo di nobili operai e un luogo simbolico dove è importante che Rai sia presente, nonostante le difficoltà, per declinare il profondo significato del servizio pubblico”. Come ha concluso nel suo discorso Riccardo Laganà.
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