Ylenia Carrisi, il retroscena raccontato da Albano: la folle corsa in albergo

Albano Carrisi non ha mai dimenticato la figlia Ylenia e tutto ciò che si è verificato negli ultimi mesi di vita della giovane, prima che svanisse nel nulla. Ogni episodio che si verificava era come se Albano vedesse la figlia avvicinarsi sempre di più a qualcosa di oscuro…

Il cantante di Cellino San Marco ha sempre spiegato come secondo lui il destino avesse avuto una peggio su Ylenia, avvolta da un alone di mistero e negatività che pian piano l’ha tirato giù a fondo.

A raccontare la sua versione dei fatti circa quello gli ultimi mesi di vita di Ylenia, dal momento in cui questa aveva deciso di trasferirsi a New Orleans, è stato lo stesso Albano Carrisi nel suo libro autobiografico ‘Io ci credo, perché con la fede non mi sono arreso’.

“Si è alzata e si è messa a correre per l’albergo”

Albano Carrisi, dunque, aveva inteso fin da subito che qualcosa non andasse nella vita di Ylenia, soprattutto dal momento in cui aveva deciso di lasciare l’Italia per trasferirsi a New Orleans dove, per certi versi, è iniziato per la giovane l’inizio della vita come appunto la figlia del cantante di Cellino San Marco.

A ogni modo, Albano Carrisi nel libro sopracitato ha raccontato l’episodio che lo vede protagonista di uno strano evento quando una sera la figlia cominciò a correre in hotel scappando dal padre, per poi fermare dei poliziotti affermando che lui la stesse inseguendo e che non lo conosceva affatto.

Albano, infatti, nel suo libro scrive: “Si è alzata e si è messa a correre per l’albergo. Mi sono messo a correre anch’io, per cercare di parlarle, per chiederle che cosa stesse accadendo. Ylenia allora si è fermata vicino a dei poliziotti e ha detto loro: «Quell’uomo mi sta inseguendo… ». E io a spiegare loro: «Sono il padre, lei è mia figlia»”.

La fuga di Ylenia

Dopo la folle corsa e il colloquio con la polizia, Albano rimase senza parole nel vedere come la figlia si fosse defilata per poi svanire nel nulla, seduta un taxi mentre il padre la guardava assolutamente senza parole.

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Non a caso, ecco che il racconto di Albano si conclude nel seguente modo: “Poi si è rifugiata dai tassisti, sempre dicendo che c’era un uomo che la inseguiva e che le voleva fare del male. Non aveva mai reagito così. Mi impressionò come la polizia lasciasse correre. (…) Mia figlia che scappa per tutta la città, e alla fine riesce a far perdere le sue tracce”.